Biografia
Breve
cenno Biografico:
Emanuela Di Stefano “muove i primi passi” nel mondo Artistico
precocemente, guidata dallo zio materno Scultore Ligneo e
disegnatore Alfredo Capolei.
Inizia a lavorare molto giovane per esigenze private e per fuggire
da un ambiente familiare purtroppo malsano, affrontando molte
esperienze lavorative e umane che la forgiano profondamente.
Approda anche al giornalismo praticando anni di tirocinio presso
la redazione del giornale "il Nettunense" , svolgendo oltre gli
articoli giornalistici anche incarichi di responsabilità.
In procinto dell'esame per divenire giornalista pubblicista, è
costretta ad abbandonare per eventi sfortunati.
Continua la sua strada nel mondo dell'Arte e successivamente si
diploma al Liceo Artistico, frequentando contemporaneamente la
scuola libera del nudo.
Dopo varie esperienze dirette, frequentando gli studi pittorici di
affermati colleghi, assidua del laboratorio del pittore Lamberto
Ciavatta, riassume il suo ciclo di apprendimenti propedeutico alla
“carriera” di pittrice/scultrice/decoratrice/restauratrice di
antiquariato, continuando ad approfondire e migliorare tali
settori.
La sua capacità di cogliere il particolare sia psicologico che
fisionomico le permettono di essere costantemente stimolata nella
ricerca dei più eterogenei soggetti pittorici.
Come molti Artisti, nel tempo ha sperimentato materiali e tecniche
differenti, realizzando parallelamente cicli pittorici
"superficialmente" non coerenti tra loro, ma uniti dalla ricerca
dell’ entità "profonda", attraverso lo "strumento" degli occhi.
Il suo percorso umano ed artistico ha vissuto molteplici
evoluzioni, inizialmente la necessità di analizzare la figura
umana nei suoi aspetti più “intimi e crudi”, per transitare poi
nel “mondo” dell’astrattismo ricercando la forma e il simbolismo
come messaggio universale e, ritornare nuovamente alla pittura
figurativa.
Negli anni molte le pause dall’attività espositiva, poichè
avvertiva il rigetto verso lo squallido "mondo" delle false
formalità, ma soprattutto per il desiderio forte di dedicarsi alla
ricerca e lo studio.
Il suo spirito "libero" ed eclettico, si concretizza anche
attraverso la Scultura che lei definisce le sue origini. Si dedica
inoltre alla fotografia, alla rielaborazione in modo del tutto
personale del concetto di riciclo dei materiali e all'Artigianato.
Dicono di lei: a cura di Laura Sabatello:
E’ nella ricerca del simbolismo inconscio che l’Artista Emanuela
Di Stefano, trasforma il suo messaggio da individuale a
universale, con un’ energia poetica svelata dall’ingenuità di chi
rifiuta le sovrastrutture della mente e si affida, come sosteneva
Bréton, all’onnipotenza del sogno. Ciò si attiene solo
all’intuizione della nascita di un opera di rara preziosità e
personalità, poichè la padronanza della materia e l’instancabile
ricerca, le permettono di fare Arte, per poter “narrare”in modo
suggestivo e puro, la sua biografia dell’anima…
Sito Web:
www.arteinlineaconitempi.ning.com
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Emanuela Di
Stefano
Le Opere
"IO SARO' CIO' CHE TU NON SEI STATA" |
“LA MEMORIA E IL FUTURO DELL’INFANZIA”
…C'era una volta un pezzo di legno…
Con queste parole prende inizio il libro scritto da Carlo
Lavezzari in arte Collodi, dal titolo "Le Avventure di Pinocchio -
storia di un burattino", quest’opera pubblicata per la prima volta
nel 1881, è considerata un capolavoro della letteratura e un buon
trattato di pedagogia.
L'educazione di Pinocchio è infatti frutto della sua esperienza
diretta, continuamente esposto all'attrazione per la trasgressione
ma sempre trionfante su di essa.
Simbolo dell’uomo, le sue vivaci peripezie hanno da sempre
trasmesso un valore morale e non hanno mai smesso di stimolare le
più svariate interpretazioni, la sua incoerenza forza e debolezza
ci appartengono e ci rappresentano, come anche la trasformazione
da burattino a bambino, che lascia un po’ l’amaro in bocca…Un
cambiamento che diventa l’emblema malinconico del passaggio dalla
magica libertà infantile ai doveri e alle responsabilità della
vita adulta… |
“IL NUOVO CLOWN DI BYLAND” (AUTORITRATTO)
L’attore teatrale Pierre Byland, prima allievo e poi insegnante
presso la famosa scuola Jacques Lecoq di Parigi, è stato il primo
a portarci il famoso naso rosso, questa maschera la più piccola
del mondo, che avrebbe permesso di far uscire dall'individuo la
propria ingenuità e fragilità"…
Il suo lavoro artistico rivolto non solo agli attori teatrali e di
strada, è sempre stato affiancato da un intenso impegno pedagogico
specifico sull’arte del clown. “Il nuovo clown” il "fiasco" e il
"clown clandestino" sono solo alcuni degli elementi che
caratterizzano la sua pedagogia, rivolta ad analizzare la "ricerca
del proprio clown interiore”, ovvero l’uomo senza artificio che
accetta la propria debolezze, convertendola in forza comunicativa |
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